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Intervista a Stefano Carlo Vecoli a cura di Lorenzo Simonini

apparsa su
“Pensieri di cartapesta”
Rivista  on line nel 2013


1. Cosa l'ha spinta a dedicarsi all'attività artistica?
La pittura nella mia vita è stata sempre presente fin da bambino, da quando ancora alle elementari vidi realizzare una pittura sul muro del refettorio dell'Istituto S. Marta, scuola che ho   frequentato con piacere, il veder nascere quella pittura mi affascinò. Da lì ho iniziato a disegnare e colorare senza mai smettere, elementari, medie, liceo, facoltà di architettura e poi nella profesisone di architetto e di insegnante ho sempre più perfezionato il disegno geometrico senza però dimenticare la voglia di "pitturare". Così già oltre i miei 40anni ho iniziato a frequentare il maestro Giorgio Michetti, per imparare l'abc nell'uso dei pennelli e dei colori, poi l'amicizia e il piacere di scoprire il quotidiano lavoro di un artista. La pittura insomma mi è stata sempre accanto, sia come spettatore attento dei grandi del passato, che  come desiderio di espresione da tirar fuori quando me ne sentissi pronto. Per questo, dopo aver appreso nello studio di Michetti le basi ed alcuni segreti della pittura, ho lavorato in silenzio e solitudine per vari anni prima di mettere in mostra le mie opere.
2. Negli ultimi tempi sta portando in giro una sua mostra dal titolo Presenze Immaginarie. Come mai questa scelta e quale significato hanno queste opere?
La mostra "Presenze Immaginarie" è la mia prima mostra, è composta da dipinti che vanno dal 2000 al 2012, con tre filoni: la toscana, le donne, e un mondo che chiamerei magico fatto di folletti, principesse, animali fantastici, personaggi mitologici, magari rivisitati. Sono presenze perché vivono intorno a me e dentro di me, fisicamente e miticamente, fanno parte della mia sensibilità, del mio mondo interiore. Dipingerle diventa un modo per esternarle, farle vivere  in una dimensione che io posso contemplare e al tempo stesso far sentire agli altri. Cosicchè le mie emozioni nei confronti di cose che amo e che fanno parte della mia vita: la mia terra, i miei amori, e le mie fantasie anche infantili diventano personaggi autonomi, da presenze che sono immaginarie, idealizzate, e divengono presenze estetiche  vere e  colorate. Possono confrontarsi con il mondo interreagire con gli spettatori, e divengono personaggi veri. Penso per esempio a "Verelina" un personaggio che mi è nato dal colore, l'ho visto dentro una nuvola di pittura e l'ho tirato fuori,  e adesso è vivo e reale, è un po’ la Venere degli studi liceali e un pò la velina delle trasmissioni televisive, un po’ esagerata, esuberante, necessariamente allegra e senza pensieri per questo acefala ma con personalità, è la moderna dea delle TV Commerciali, che balla danza canta, non importa se bene o male, basta abbia la sua presenza fisica. Insomma Presenze immaginarie che dipinte possano vivere di vita propiria, cibarsi delle emozioni che danno  e ricevono.
3. La nostra rivista lavora principalmente sfruttando le potenzialità di Internet. Qual è il suo pensiero in merito al rapporto tra Internet e la cultura?
Credo, ma oramai tutti ne stanno prendendo atto, che le possibilità di internet siano enormi, la velocità dell'informazione, la possibilità di comunicazione immediata con ogni parte del mondo, senza confini né politici né religiosi, sta cambiando i rapporti tra gli artisti e i cosiddetti fruitori, e tra artisti e mercato, cosa non meno importante. Poter entrare in contatto diretto tra un artista e un eventuale compratore è una possibilità di libertà in più per gli artisti. Basti guardare a  quanto sta accadendo rapidamente con il mondo dell'editoria che si sta spostando sul libro digitale, gli ebook e la vendita on line, in Usa è oramai un dato di massa, e pian piano sta allargandosi anche  in Europa ed Italia. Personalmente sto ripubblicando i miei romanzi proprio in ebook, per saltare una editoria, o a pagamento o che punta solo su pochi nomi e stars della scrittura,  che francamente non mi convince. Pur avendo letto molti classici, ultimamente ho trovato bei libri e romanzi da leggere  tra autori che hanno scelto di autopubblicarsi in questo modo. I mei libri, se uno vuol dargli una occhiata, si possono trovare a: http://www.lulu.com/spotlight/stefanocarlovecoli
4. In tema di giovani, cosa sente di dire a loro affinché possano riuscire ad avere un ruolo nel mondo culturale e artistico?
Credo che sicuramente sia necessario impegno e lavoro, lavoro ed impegno, nessuno nasce "imparato" , troppo spesso  trovo giovani che pensano che  l'arte sia innata e non un frutto di un costante lavoro e sperimentazione. Credo sia utile avere più esperienze, scuole e "maestri", per poi scegliere la propria strada, non fossilizzarsi nell'imitare un movimento o un pittore, se si vuole dire qualche cosa di personale, altrimenti si rimane imitatori e copisti. È vero che molti dicono che non ci sia più niente da inventare, ma io credo che un'impronta originale la si possa sempre escogitare e che  i nuovi mezzi tecnologici produrranno nuove invenzioni artistiche, e che anche vecchi metodi possano generare arte, penso per esempio agli stencil sui muri di Banksy, quanta inventiva e ironia abbiano e quanto riescano anche a far pensare chi li vede. Certo poi anche questi hanno grande risonanza proprio grazie ad internet. Insomma forse non dico niente di nuovo se affermo che per creare arte occorra lavoro, umiltà e grande passione al di là del mercato e della ricerca di consenso a tutti i costi , ma credo serva sempre ricordarlo proprio alle nuove generazioni.

Lorenzo Simonini, fotografo e videomaker Viareggio 2013





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Stefano Carlo Vecoli
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